sabato 16 novembre 2013

Generation X, generation Strange

Ossia quando i giovani si interrogano, e non si arrendono...

Ieri mi è capitato di assistere ad una conferenza tra giovani industriali e una platea di studenti

E' stata una conferenza interessante seppur basata sempre su solite informazioni, nulla di scontato riguardo alla situazione critica, alle figure professionali richieste alla selettività del mercato e ulteriori questioni che spesso i miei coetanei e sopratutto, quelli più piccoli di me si trovano a sentire giorno per giorno.

La prima ora di dibattito è stata abbastanza deprimente, con un quadro critico un quadro triste presentato come in probabile crescita...

Dopo queste ore, in cui il confine tra ipocrisia e verità si è andato via via assottigliando vi è stato il dibattito con gli studenti.

Devo dire che è stata una piacevole sorpresa.
Una sorpresa vedere che il pubblico fatto da quei ragazzi ha reagito, al deprimente scenario che gli è stato posto davanti.

Ha reagito, con orgoglio e voglia di non mollare.
Ha reagito ponendo domande, ad un tavolo di oratori che rappresenta gran parte dei motivi per cui loro si trovano in quella situazione.
Ha reagito ponendo interrogativi


Ma l'uditorio ha reagito.
E questa è stata la consolazione della mia giornata.

lunedì 4 novembre 2013

Co-creation, co-working, co-design, dal modello competitivo al modello collaborativo

Le nuove prospettive del lavoro e della creatività odierna passano attraverso nuovi paradigmi che si vanno via via definendo in questo periodo di crisi.

Si sta passando sempre piu da un modello competitivo che ha caratterizzato i decenni dagli anni 80, 90 ad un modello collaborativo e di autoproduzione.

Esempi, il fablab di Torino, il concetto di Co-working , il co-design e la co-operazione a vari livelli

In tempi di crisi, laddove le risorse del singolo spesso non sono tali da far fronte alle esigenze il concetto della cooperazione al di la della competizione si fa strada.

La creatività e il progresso si esprimono quindi non più attraverso lo scontro tra due opposte fazioni, ma attraverso la raccolta dei contributi di ognuno che si sommano e si armonizzano a formare il risultato finale.

L'idea diventa creazione partecipata, condivisa, bene collettivo creato dalla collettività.
Sarà forse questo il superamento del modello capitalistico?

giovedì 5 settembre 2013

E ci risiamo

Ecco di nuovo il B. che tiene sotto scacco il paese per i suoi interessi.

Ancora una volta questo dannato nano vuole far cadere il governo.
Ancora..
Ed i suoi a difenderlo, ormai è idolatria.

E in questa guerra ancora di mezzo ci vanno i milioni di italiani e soprattutto i figli, i loro figli.
I figli di quella generazione avida che ha deciso che pur di soddisfare le proprie voglie, non importasse del futuro delle generazioni avvenire.

Quando finirà?

domenica 1 settembre 2013

Sliding Door


Ci sono delle vite che scorrono parallele
hanno eventi comuni, simili
Sono vite che agiscono in citta diverse 
specchi 
anime simili

Ci sono vite che si assomigliano molto
si intendono, si capiscono 
Come tra gli atomi, entrano in risonanza
se si avvicinano 
Generando energia, tensione 
Innalzando il potenziale di entrambe i corpi

Capita che queste vite 
che scorrono su binari paralleli 
ogni tanto vengano a contatto
E' raro, rarissimo
perchè come si sa dalla piu banale geometria
Due rette parallele non si incontrano mai
Tranne in un punto....

L'infinito...

venerdì 30 agosto 2013

Il salento, le emozioni viscerali della terra, la magia di una notte a ritmo di taranta


Era qualche mese fa che decisi di andare in vacanze nel Salento quest'estate
Una terra vicina alla mia, spesso decantata, patria della Taranta e del mare fantastico

Cercavo energia, quell'energia che viene da sotto la pancia
viscerale ed esplosiva.

I primi giorni di soggiorno, sono stati in trambusto perchè in viaggio
Ma quel viaggio è stato di apertura

Gli ulivi e il sole a suscitare l'anima 
dal basso scuotendola forte

Al ritmo di taranta l'ultima sera 
maliconica ed emozionante 
sotto la luce della luna
mi ha regalato momenti 
che difficilmente scorderò 

Se hai un tormento...vai in Salento
ho sentito dire 
a sentire il rumore del mare
"lu rusciu" 
a sentire i ritmi delle tamorre, della pizzica
a saltare e a gioire per riscoprire la vita

domenica 11 agosto 2013

San Lorenzo, ora e sempre il cuore del divenire

Come molti anni mi ritrovo qui, nelle radici
Come molti anni il cuore della natura offre spettacoli di rara bellezza
che infondono pace ed energia
per il tumulto del divenire.

Questa realtà antica e dura,
ma allo stesso tempo fluida e cangiante
Come l'acqua del raganello

Culla di arte ispirazione e risveglio
Culla di terra, crescita e vigore

Timpa, madre premurosa
Madre generosa per i suoi figli
Che attingono a queste eterne energie
Cercando il coraggio per viaggi lontani.

Sorgente di vita,
per le radici
che forti e solide
permettono all'intero albero
di crescere e svilupparsi..

domenica 4 agosto 2013

Come non fare un post su Berlusconi

Il paese è un subbuglio, tra giubili e presunte "guerre civili".
Sicuramente in evoluzione.

Ancora un uno, unico individuo che alza le masse movimenta la vita politica del nostro paese.
Dopo varie peripezie, il caimano è stato catturato, con buona pace degli ermellini e di segugi vari.

Dopo il processo di giovedi oggi in piazza gran comizio ed ecco che insospettabili frequentatori della piazza, bandiscono striscioni e protestano come nelle migliori scene degli anni 70.

Si proprio loro curiosamente che davano dei "4 facinorosi" a molti tra studenti e insegnanti che si vedettero completamente cambiare il sistema dell'istruzione dall'oggi al domani con l'obbiettivo principale di far tornare "le vecchie e buone maniere" nel sistema scolastico italiano.

Ebbene tutti questi scesi in piazza, non per il futuro dei loro figli, non per richiedere nuove misure ed una linea definita di governo, non perchè preoccupati per ciò che verrà, ma perchè "i communiste hanno condannato abberluscone".

Ecco, si...
Perchè l'eterna lotta tra guelfi e ghibellini in questo paese continua imperterrita nelle generazioni quasi fosse tramandata geneticamente.

Ecco si..
Prendiamone atto, e per quanto possiamo voltiamo pagina, anche se come dopo l'uso di droghe pesanti è difficile riprendere l'uso delle proprie facoltà cognitive, cosi anche in Italia 20 anni di Berlusconi fanno i loro danni.

Riprendiamoci, cerchiamo di capire e di discernere cosa occorre imparare da questo periodo, perchè come è nella logica delle cose, nessun fenomeno è casuale.

Compreso il Berlusconismo, che ha segnato questi 20 anni.

Ecco, occorrerà molto spirito di autocritica, molta capacità di capire questi anni e di ritrovare una dimensione collettiva, che sicuramente in Italia è difficile , ma non impossibile

Forza Italia, quella vera è ora di prendere coscienza di se oltre queste specie di reucci che ogni tanto il nostro popolo partorisce.














domenica 14 luglio 2013

Riflessioni sul caso Calderoli-Kyenge, il Berlusconismo e le mentalità dell'oggi

Accendo il pc poche ore fa e vedo in molte notifiche le parole che il ministro Calderoli ha rivolto alla Kyenge.

Senza voler entrare in merito del caso che si commenta da solo, ancor piu rifletto su come questo paese sia ancora in preda a certe logiche, certe mentalità e rabbrividisco ogni giorno che passa nel vedere che ancora una volta queste persone influenzano negativamente il clima del mio paese.

Dire che sono esausto è dire poco, dire che non se ne puo piu di queste persone che ancora dopo 30 anni parlano e dimostrano la loro inettezza come rappresentanti del popolo italiano, mi fa accapponare la pelle.

Che modelli ancora passano da questa gente?
E' questo l'esempio che un rappresentante delle istituzione offre, alle prossime generazioni? E' questo il pensare al futuro?

Non ci voglio credere e sono esausto di sentire queste persone ancora in primo piano.
Non ne posso piu che queste persone nel bene o nel male diffondano questi messaggi.

Se penso alla mia generazione, sempre piu mi viene in mente che il nostro ruolo, seppur nelle condizioni in cui i ragazzi e le ragazze del 2012 versano, sarà sempre piu quello di offrire un'alternativa a questi modelli.

Un qualcosa d'altro, che faccia tesoro del passato, degli abomini e degli orrori a cui è stata costretta a vivere offrendo una "RIVOLUZIONE POSITIVA" ai modelli che in questi 20 anni sono stati passati.

Pensando al Berlusconismo, noi dobbiamo essere un'alternativa normalizzante.
Dobbiamo eradicarlo dalle coscienze, cambiarlo, purificarci dai suoi abomini...
Nel quotidiano, nelle piccole cose a partire da queste, un qualcosa d'altro...

Non siamo piu nel '68 certo, e nemmeno avrebbe senso ripetere certi modelli.
Ma sempre piu sono convinto che altre strade esistono: e alla nostra generazione occorre l'arduo compito di far cambiare strada, alla nostra martoriata Italia....come ripeto a partire dalla quotidianità.



domenica 21 aprile 2013

Un salto a sud



Questo week-end alcune circostanze mi hanno portato a scendere a sud, dopo molto tempo che non ci stavo.
Sono stato in una regione diversa da quella in cui di solito vado, la Puglia, ma dopo molto tempo ho respirato di nuovo l'odore del mediterraneo.

Odore che suscita in me sempre bellissimi ricordi e sensazioni.
Ho visitato il paese dei trulli e rivisto la bellezza della storia che queste terre custodiscono, ma anche le contraddizioni che , almeno da quando ho cominciato a vederle incombono.
E dopo tempo a cui non pensavo a questo, mi sono domandato ancor piu perchè il sud vive in un senso perenne di insoddisfazione, insofferenza, incompletezza.

Questo senso che porta a guardare gli altri con invidia, ma un senso di invidia anomalo che cozza con l'orgoglio tipico della gente mediterranea.
E cosi, si sente il bisogno di vendersi bene al meglio, vestendosi con sfarzo e pomposità...che non si a mai che si pensi male che...e cosi chi viene da altrove è sempre da riverire e da spennare, mai da conoscere e scambiare.
Sempre un certo senso di inferiorità, che porta sempre a giocare sulla difensiva, sulla gelosia di se stessi e sul vedere l'altro come un superiore nemico da attaccare, o un dispensatore di grazie a cui attingere se viene dal nord..o peggio ancora...un modello da imitare dimenticandosi di se.

Eppure, eppure..il sud ha un'identità, un senso d'essere.
Le culture, le tradizioni possono essere una risorsa da scambiare...Risorsa quindi e non merce, con un valore che forse va oltre il denaro.
Un valore culturale di identità, che però non va visto come sola e unica cosa (altra contraddizione del sud). Ma come un modo per avere coscienza di se stessi.
Quella coscienza, che ti permette di guardare l'altro, di parlargli con dolcezza sincera negli occhi...con schiettezza e con verità.

Io penso e spero che dopo gli anni del boom italiano, in cui la forte industrializzazione ha portato a grandi spostamenti di masse e grandi allucinazioni di massa, i giovani , i figli del sud, avendo viaggiato avendo visto il mondo, contribuiscano a far prendere alle proprie terre quella saggia coscienza di se, che porta a dar valore alla propria identità.

Identità che fa si che si possa stare nel mondo insieme agli altri popoli
Identità che favorisce l'arricchimento della terra e non impoverisce.
Identità che nel diverso non vede solo gretta imitazione o scimmiottamento al fine di sembrare piu uguali a chi si pensa meglio, ma completamento, nell'ottica di un scambio.
Identità che porta ad amare in modo sano le proprie origini, e che permette a partire dalla propria storia di ri-creare futuro e innovazione, e far si che la storia vada avanti....e non rimanga fissata nell'eterna celebrazione del passato.



domenica 7 aprile 2013

Pontida, il sole..la fine di un'era

In questa splendida giornata di sole oggi leggevo delle vicissitudini della Lega, di come l'Italia stia galleggiando sulle macerie di un'era ormai finita.

Riflettevo di come la coda che il periodo del grande progresso ha lasciato.

E' finita un'era, un'epoca dettata dal capitalismo consumistico che formato le menti e i pensieri, orientando scelte e vite umane.

E' finita l'era dove a fronte del grande progresso tecnologico, si sono venuti a creare iati di regresso sociale...come ad esempio La Lega.

Questi 20 anni di governo italiano hanno lasciato gravi segni sopratutto nella psiche gia fragile dal grande boom degli italiani.

Tutto mi sembra partire da li, da un Italia che dalle macerie del dopoguerra si è lasciata trascinare in un grande progresso che fondamentalmente non ha compreso sino in fondo.
La coscienza degli eventi, o meglio l'incoscienza del percorso dal dopoguerra ad oggi da parte di una grande fetta della popolazione ha difatti fatto si che movimenti come la Lega appunto venissero a crearsi e a proliferarsi.

Movimenti post-socialisti, movimenti dell'era dello sfarzo del edonismo berlusconiano.
Movimenti che di certo non hanno rappresentato un'epoca d'oro del nostro popolo.
Movimenti che hanno offuscato la bellezza della nostra terra.

Movimenti che ora hanno da superarsi....come la storia ci sta comunicando.

E' il momento gia ormai iniziato di riscoprirsi belli.





mercoledì 13 marzo 2013

Habemus Papam


Un paladino dei poveri e dei più vulnerabili tra noi»: così Barack Obama rende omaggio a Francesco I.

L'elezione del nuovo papa da un segno alla chiesa e al mondo.

Chiama al distacco rispetto al passato, verso ad un mondo che sta cambiando radicalmente.

Il nuovo papa al secolo Jorge Bergoglio, ha deciso di usare un nome emblematico proprio in relazione a questa rottura, Francesco I, in richiamo quel frate che fece della povertà e dell'amore verso il creato il segno della sua vita.

E' il primo papa non europeo, ma latinoamericano. 
Una scelta anche questa di rottura, forse meno forte della prima (ci si aspettava un papa africano o asiatico) in quanto comunque l'argentina è un paese molto "europeizzato", ma di certo un cambiamento che riflette un il riassetto degli equilibri di potere mondiali
Uno spostamento anche e sopratutto verso i nuovi  poli di attrazione del cattolicesimo gentesco, non più troppo europei e americani.

(Qui sotto alcuni link che riprendono la biografia nuovo papa:

http://www.polisblog.it/post/65995/jorge-bergoglio-papa-francesco-la-dittatura-argentina
http://www.polisblog.it/post/62459/jorge-bergoglio-e-il-nuovo-papa-francesco-i-ecco-chi-e
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/13/nuovo-papa-jorge-mario-bergoglio/529319/
http://www.repubblica.it/speciali/esteri/conclave-papa-elezioni2013/2013/03/13/foto/jorge_marge_bergoglio_il_nuovo_papa-54503097/1/)

Come per la politica e la società le sfide di questo nuovo papato staranno in un modo piu sobrio di concepire la vita, una capacità di ridiffondere il messaggio cristiano in modo piu vicino ai fedeli. 
Insomma come per la politica e per la società, ci sarà la sfida di un modus novi di approccio alla realtà, una fase diversa che si contrappone agli anni che sono passati dove forse si è raggiunto un limite di cui si ora si è preso piu coscienza...









martedì 12 marzo 2013

Opinioni post bagarre post elettorale

Devo dire che è un periodo affascinante.
Di certo non privo di colpi di scena, ribaltamenti epocali e fervore.
Di certo vedo un'Italia viva, litigiosa ma viva in fermento.

Tutti mossi a stare al passo, tutti mossi a migliorare..di certo questo aiuterà l'Italia

Da un lato sono felice, finalmente vita.
Dall'altro mi spiace un po' perchè si stanno creando nuove divisioni.

Ma in ogni caso, sono molto felice terribilmente felice e voglioso di impegnarmi in un bel processo di ricrescita.

Sentimenti strani come se questo momento dovesse arrivare.
Sono felice anche se siamo nella piena merda...ma va bene cosi:).

Io auspico che la cosa non degeneri ma sia...CREATIVA:)

mercoledì 6 marzo 2013

Il fascismo come espressione della struttura caratteriale umana media



Riporto qui uno spezzone di un brano molto interessante. Prefazione di Psicologia del Fascismo di Wilhelm Reich


Da quando la primitiva organizzazione democratico-lavorativa è definitivamente tramontata, il nucleo biologico non ha piú trovato un’espressione sul piano sociale. Ciò che è a naturale" ed "elevato" nell’uomo, ciò che lo lega al suo cosmo, ha trovato soltanto nell’arte, soprattutto nella musica e nella pittura, un’autentica espressione. Ma finora non ha esercitato alcuna sostanziale influenza sulla formazione della società umana, se per società si intende non la cultura di un ristretto gruppo di persone ricche appartenenti alla classe dominante, ma la comunità di tutti gli uomini.
Negli ideali etici e sociali del liberalismo si possono riconoscere i tratti dello strato caratteriale superficiale, caratterizzato dall’autocontrollo e dalla tolleranza. Questo liberalismo accentua la propria etica al fine di soffocare "il mostro nell’uomo", il secondo strato delle "pulsioni secondarie", "l'inconscio" di Freud. La naturale socialità del terzo e piú profondo strato, dello strato in cui ha sede il nucleo biologico dell'uomo, è sconosciuta al liberale. Egli deplora e combatte il pervertimento caratteriale umano con norme etiche, ma le catastrofi del XX secolo hanno insegnato che non ha combinato gran che.
Tutto ciò che è veramente rivoluzionario, qualsiasi arte e scienza autentiche, nasce dal nucleo biologico naturale dell’uomo. Né il vero rivoluzionario né l’artista o lo scienziato finora sono riusciti a conquistare le masse e a guidarle, e semmai vi sono riusciti, non sono stati capaci di tenerle in modo duraturo nel campo degli interessi vitali.
Le cose stanno diversamente, rispetto al liberalismo e alla vera rivoluzione, per quanto riguarda il fascismo. Sostanzialmente il fascismo non rappresenta né lo strato superficiale né quello piú profondo, ma il secondo strato caratteriale intermedio delle pulsioni secondarie.
Nel periodo in cui ero occupato con la prima stesura di questo libro, il fascismo veniva generalmente considerato un "partito politico" che come altri "raggruppamenti sociali" esprimeva in modo organizzato un’"idea politica". Di conseguenza "il partito fascista introduceva il fascismo o con la forza o con "manovre politiche"".
Contrariamente a tutto ciò, le mie esperienze mediche fatte con molte persone appartenenti ai piú disparati strati sociali, razze, nazioni, religioni ecc. mi avevano insegnato che il "fascismo" non è altro che l’espressione politicamente organizzata della struttura, caratteriale umana media, di una struttura che non è vincolata né a determinate razze o nazioni né a determinati partiti, ma che è generale ed internazionale. Secondo il significato caratteriale "il fascismo" è l’atteggiamento emozionale fondamentale dell’uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine e dalla sua concezione meccanicistico-mistica della vita.
Il carattere meccanicistico-mistico degli uomini del nostro tempo crea i partiti fascisti e non viceversa.
Ancor oggi, in seguito a un errato pensiero politico, il fascismo viene considerato una specifica caratteristica nazionale dei tedeschi o dei giapponesi. Da questa prima concezione sbagliata conseguono tutte le altre interpretazioni erronee.
Il fascismo è stato e continuerà ad essere considerato, a danno degli autentici sforzi per raggiungere la libertà, la dittatura di una piccola cricca reazionaria. L’ostinazione con cui si continua a sostenere questo errore è da attribuire alla paura di rendersi conto di come stanno veramente le cose: il fascismo è un fenomeno internazionale che corrode tutti i gruppi della società umana di tutte le nazioni. Questa conclusione trova la sua conferma negli avvenimenti internazionali degli ultimi quindici anni.
Le mie esperienze analitico-caratteriali mi convinsero invece che oggi non esiste assolutamente nessuno che non porti in sé gli elementi del modo di pensare e sentire fascista. Il fascismo come movimento politico si differenzia da altri partiti reazionari per il fatto che viene sostenuto e diffuso dalle masse umane.
Mi rendo perfettamente conto dell’enorme responsabilità che deriva da simili affermazioni. Augurerei, nell’interesse del nostro mondo tormentato, che le masse lavoratrici si rendessero conto con altrettanta chiarezza della loro responsabilità per quanto riguarda il fascismo.
Bisogna distinguere rigorosamente fra normale militarismo e fascismo. La Germania guglielmina era militarista, ma non fascista.
Poiché il fascismo si manifesta sempre e ovunque come un movimento sorretto dalle masse umane, tradisce tutti i tratti e tutte le contraddizioni della struttura caratteriale delle masse umane: non è, come si crede generalmente, un movimento puramente reazionario, ma costituisce un amalgama tra emozioni ribelli e idee sociali reazionarie.
Se per rivoluzione si intende la ribellione razionale contro condizioni insopportabili nella società umana, la volontà razionale di "andare a fondo a tutte le cose" ("radicale" – "radix" – "radice") e di migliorarle, allora il fascismo non è mai rivoluzionario. Non vi è dubbio che esso può fare la sua comparsa ammantato di sentimenti rivoluzionari. Ma non si chiamerà rivoluzionario quel medico che combatte con sfrenate imprecazioni una malattia, ma al contrario quello che con calma, coraggiosamente e coscienziosamente, cerca e combatte le cause della malattia. La ribellione fascista nasce sempre laddove una emozione rivoluzionaria viene trasformata in illusione per paura della verità.
Il fascismo, nella sua forma piú pura, è la somma di tutte le reazioni irrazionali del carattere umano medio. Il sociologo ottuso, a cui manca il coraggio di riconoscere il ruolo predominante della irrazionalità nella storia dell’umanità, considera la teoria fascista della razza soltanto un interesse imperialistico, per dirla con parole piú blande, un "pregiudizio". Lo stesso dicasi per il politico irresponsabile e retorico. L’intensità e la vasta diffusione di questi "pregiudizi razziali" sono la prova che essi affondano le loro radici nella parte irrazionale del carattere umano. La teoria della razza non è una creazione del fascismo. Al contrario: il fascismo è una creazione dell’odio razziale e la sua espressione politicamente organizzata. Di conseguenza esiste un fascismo tedesco, italiano, spagnolo, anglosassone, ebreo ed arabo. L’ideologia razziale è una tipica espressione caratteriale biopatica dell’uomo orgasticamente impotente.
Il carattere sadico-pervertito dell’ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. Si dice che il fascismo sarebbe un ritorno al paganesimo e il nemico mortale della religione. Ben lungi da ciò, il fascismo è l’estrema espressione del misticismo religioso. Come tale si manifesta sotto una particolare forma sociale. Il fascismo appoggia quella religiosità che nasce dal pervertimento sessuale, e trasforma il carattere masochista della religione della sofferenza dell’antico patriarcato in una religione sadica. Di conseguenza traspone la religione dall’aldilà della filosofia della sofferenza nell’aldiqua dell’omicidio sadico.
La mentalità fascista è la mentalità dell’"uomo della strada" mediocre, soggiogato, smanioso di sottomettersi ad un’autorità e allo stesso tempo ribelle. Non è casuale che tutti i dittatori fascisti escano dalla sfera sociale del piccolo uomo della strada reazionario. Il grande industriale e il militarista feudale approfittano di questa circostanza sociale per i propri scopi, dopo che questi si sono sviluppati nell’ambito della generale repressione vitale.

La civiltà meccanicistica ed autoritaria raccoglie, sotto la forma di fascismo, solo dal piccolo borghese represso ciò che da secoli ha seminato, come mistica mentalità del caporale di giornata e automatismo fra le masse degli uomini mediocri e repressi.

Questo piccolo borghese ha copiato fin troppo bene il comportamento del grande e lo riproduce in modo deformato e ingigantito.

Il fascista è il sergente del gigantesco esercito della nostra civiltà profondamente malata e altamente industrializzata. Non si può far vedere impunemente all’uomo comune il grande tam tam dell’alta politica: il piccolo sergente ha superato il generale imperialista in tutto: nella musica di marcia, nel passo dell’oca, nel comandare e nell’obbedire, nella mortale paura di dover pensare, nella diplomazia, nella strategia e nella tattica, nelle divise e nelle parate, nelle decorazioni e nelle medaglie.

Un uomo come l’imperatore Guglielmo si rivelò in tutte queste cose un miserabile dilettante rispetto a Hitler figlio di un funzionario e morto di fame. Quando un generale "proletario" si copre il petto da ambo le parti con medaglie, e perché no, dalla gola fino all’ombelico, dimostra cosí al piccolo uomo comune che non intende essere da meno del "vero" e grande generale.
Solo dopo aver studiato a fondo e per anni il carattere del piccolo uomo comune represso, e le cose come si svolgono realmente dietro le quinte, è possibile comprendere su quali forze poggia il fascismo.
Nella ribellione delle masse di animali umani maltrattati contro le insignificanti cortesie del falso liberalismo (non intendo il vero liberalismo e la vera tolleranza) apparve lo strato caratteriale delle pulsioni secondarie.
Non è possibile rendere inoffensivo l’energumeno fascista se lo si cerca, a seconda della congiuntura politica, soltanto nel tedesco o nell’italiano e non anche nell’americano o nel cinese; se non lo si rintraccia nel proprio essere; se non si conoscono le istituzioni sociali che lo covano ogni giorno.

Si può battere il fascismo soltanto se lo si affronta obiettivamente e praticamente con una approfondita conoscenza dei processi vitali. Nessuno è capace di imitarlo in fatto di manovre politiche, abilità nel destreggiarsi nei rapporti diplomatici, e organizzazione delle parate. Ma non sa rispondere a questioni vitali pratiche, perché vede tutto nell’immagine riflessa dell’ideologia e sotto forma della divisa dello stato.


Quando un carattere fascista di qualsiasi colorazione si mette a predicare "l'onore della nazione" (anziché l’onore dell’uomo) o a la salvezza della sacra famiglia e della razza" (anziché la comunità dell’umanità che lavora); quando monta in superbia e quando dalla sua bocca non escono che slogans, allora gli si chieda pubblicamente, e con la massima calma e semplicità:

"Che cosa fai praticamente per dar da mangiare alla nazione senza assassinare altre nazioni? Che cosa fai come medico contro le malattie croniche, che cosa fai come educatore per favorire la gioia di vivere dei bambini, che cosa fai come economista contro la miseria, che cosa fai come assistente sociale contro il logoramento delle madri con tanti figli, che cosa fai come costruttore per sviluppare l’igiene delle abitazioni? Ora, cerca di non parlare a vanvera e cerca di dare una risposta concreta e pratica, altrimenti tieni chiuso il becco!"

Da ciò consegue che il fascismo internazionale non potrà mai essere battuto con manovre politiche. Soccomberà alla naturale organizzazione del lavoro, dell’amore e del sapere su scala internazionale.
Il lavoro, l'amore e il sapere della nostra società non hanno ancora il potere di determinare l’esistenza umana. Piú ancora, queste grandi forze del principio vitale positivo non sono consapevoli della loro immensità, della loro insostituibilità e della loro determinante importanza per l’esistenza sociale.
Per questo motivo la società umana si trova oggi, un anno dopo la vittoria militare sui partiti fascisti, ancora piú vicina all’orlo dell’abisso.

Il crollo della nostra civiltà sarà inarrestabile se i responsabili del lavoro, gli scienziati di tutte le ramificazioni vitali (e non mortali) e i donatori e i beneficiari dell’amore naturale tarderanno a rendersi conto della loro gigantesca responsabilità.
Ciò che è vivo può esistere senza il fascismo, ma il fascismo non può vivere senza ciò che è vivo. Il fascismo è il vampiro avvinghiato al corpo dei viventi che sfoga i suoi impulsi omicidi quando l’amore si ridesta in primavera invocando la naturale realizzazione.
"La libertà umana e sociale, l'autogoverno della nostra vita e della vita dei nostri discendenti si realizzerà in modo pacifico o violento?". Nessuno è in grado di dare una risposta a questa angosciosa domanda.
Ma chi conosce le funzioni vitali nell’animale, nel neonato, nel lavoratore dedito alla propria attività, sia che si tratti di un meccanico, di un ricercatore o di un artista, cessa di pensare servendosi di concetti che sono stati creati dalle malefatte dei partiti. Ciò che è vivo non può "prendere il potere con la violenza" perché non saprebbe che farsene del potere. Forse questa conclusione significa che la vita sarà per sempre vittima e martire del gangsterismo politico e che il politicante continuerà a succhiare per sempre il suo sangue? Questa conclusione sarebbe errata.
In quanto medico il mio compito è quello di guarire le malattie. In quanto ricercatore devo svelare processi naturali sconosciuti. Se mi si presentasse un cialtrone politico per costringermi ad abbandonare i miei malati e il mio microscopio, non mi farei disturbare, ma lo butterei fuori dalla porta, qualora non se ne andasse di sua spontanea volontà. Il fatto di dover ricorrere alla violenza per difendere il mio lavoro e i miei studi sulla vita umana dagli intrusi non dipende da me o dal mio lavoro, ma dal grado di impudenza dell’intruso. Proviamo a immaginare ora che tutti quelli che svolgono una attività che investe la vita umana riconoscano in tempo utile il cialtrone politico.

Non agirebbero diversamente. Forse questo esempio semplificato può dare una risposta parziale alla domanda sul modo con cui prima o poi dovrà essere difesa la vita contro gli intrusi e i distruttori.





[La psicologia di massa del fascismo, Prefazione alla III edizione del 1932]

http://www.filosofico.net/wilhelmreich.htm

venerdì 8 febbraio 2013

E se fosse il sistema di governance a dover essere cambiato?

Alla luce delle elezioni il panorama politico appare sempre più frastagliato.

Non esiste più un bipolarismo e al bipolarismo la società civile si ribella.
Ed ecco che vengono nuovamente ad ingenerarsi una miriade di piccoli partitini partitelle e forze più o meno organizzate.
Queste sono sintomo della pluralità di visioni e culture presenti nella società moderna, e di certo sono anche dovute ad un maggior grado di istruzione generale successivo ai periodi dell'istruzione diffusa (aimè non quelli che ad oggi vanno a delinearsi dati i bistrattamenti che l'istruzione pubblica a subito).

Simili situazioni erano cosi configurate anche agli inizi degli anni 90, e proprio queste situazioni  portarono in molti all'ingovernabilità del paese nel tentativo di accordare diversi gruppi politici.

Dobbiamo quindi rassegnarci a pensare che nonostante le elezioni il paese ripiombi in tali situazioni?

Rispetto agli anni 90  a mio avviso esistono elementi differenti .
La storia ripropone spesso le stesse situazioni, ma con dettagli differenti come a sottoporre a prove non superate l'uomo singolo come l'umanità intera.

Nulla accade mai per caso.
E se fosse il sistema di governance a dover essere modificato?

Se non bastasse più la rappresentanza partitica, nella quale le deleghe di poteri date e prese dal candidato di uno schieramento non fossero piu cosi legittimabili, a fronte di una diversita e varietà di competenze e istanze che ne una sola persona ne una sola visione partitica fossero capaci di cogliere nella complessità dei problemi da affrontare?

Proprio a fronte di questo la partecipazione e la democrazia diretta giocheranno un ruolo sempre piu chiave nel dirigere l'amministrazione della cosa pubblica.

Dal dialogo con la società civile con le sue istanze ma anche con le sue competenze saranno sempre più auspicabili e ottenibili soluzioni collettive a problemi collettivi, nate non dal conflitto tra le parti in causa, non dal bipolarismo bensi dalla cooperazione e dalla sintesi delle parti e al limite estremo da tutti singoli cittadini.

Il rischio di rimanere ancorati a blocchi monolitici di idee e ad una visione partitica del modo di fare politica porterà sempre a due effetti negativi che proprio ad oggi sono i grandi elementi negativi nel panorama politico italiano.
- Le soluzioni parziali ai problemi, date da un'ostinata visione faziosa e di parte
-  I personalismi e la leadership, ossia la tendenza a far passare un'idea funzionalmente alla capacità comunicativa di chi la propone. Piu uno è un bravo leader e comunicatore più sarà in grado di affabulare le proprie masse.

Questo risulta vincente proprio quando i blocchi sono essenzialmente definitivi, quando c'è un partito che porta avanti una visione: questo rischio può essere invece evitato se democraticamente la soluzione ai problemi de la cosa pubblica derivano da un approccio partecipato sempre piu orientato ad una democrazia diretta.







mercoledì 16 gennaio 2013

Quella spina nel fianco..che cambia le cose

Oggi riflettevo una cosa.
In Italia è tempo di elezioni e chiaramente tutti sul tema.
Da questa finestra sulla realtà osservo il panorama e nella bagare di tutto osservo questo...

Osservo una novità politica, volenti o nolenti l'unica novità di questo periodo il M5S e mi accorgo di come imperfetto, ambiguo, denso di errori dovuti al suo leader "non politico" esso abbia cambiato lentamente le cose.

Oggi tutti i partiti voglio rappresentare un "movimento civico", piu (cfr Ingroia) o meno (cfr Monti) dichiarato.

Il PD ha fatto le primarie, volendo inoltrarsi in una democrazia più diretta e Monti usa twitter per rispondere alle domande degli elettori.

Tutti oggi vogliono liste di impuniti.

Si può dire quel che si vuole, si può criticare, ci si può spaventare...ma ad oggi questo attore anomalo e incredibilmente "altro" ha messo pressione, ha stressato ha ottenuto il risultato di interrogare di far deviare le rotte.

Si può criticare, essere irritati, infastitiditi o sorpresi...beh però gli effetti si vedono, checche se ne voglia dire.

Una volta sentii qualcuno dire che il M5S era un'allergia, si forse di certo una malattia autoimmune nella quale gli anticorpi sentono il tossico nell'organismo stesso.
E fanno venire quel prurito che ti spinge ad alzarti dalla sedia a muoverti, a prenderti le medicine per rinsavire..

Stimolante insomma...

mercoledì 2 gennaio 2013

La resistenza al cambiamento

Stamattina ho sentito il discorso di Monti relativo alla sua candidatura a "RadioAnch'io".



http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_02/monti-complotto-commissione-inchiesta_b9b529d6-54b7-11e2-bf2b-52f2ccd54966.shtml

Discorso pacato come nel suo stile, ma questa volta un po' più piccato.

Oltre al facile rimpallo agli attacchi di Berlusconi, si sono aggiunte in questa occasione  sottili frecciate a Sinistra.
In particolare attacchi a Fassina e Vendola, giudicati seppur nobili negli intenti , dei conservatori nella sostanza soprattutto per quanto riguarda le politiche sul lavoro.

Questa posizione del premier ha suscitato ovviamente le ire della sinistra (che chiaramente non ha risparmiato risposte alla "gogna maniera" ecc...guai si parli di contenuti in Italia!!!)



http://www.unita.it/ithttp://www.unita.it/italia/fassina-lista-monti-sembra-br-rotary-vendola-e-autoritario-1.477112alia/fassina-lista-monti-sembra-br-rotary-vendola-e-autoritario-1.477112

Ire che obiettivamente non so quanto possano essere giustificate (le risposte date dai due non possono che confermare questa tesi), perchè in realtà entrambe questi esponenti della sinistra hanno una concezione del mondo del lavoro, nonchè della realtà troppo ancorate a schemi e archetipi di ideologie che non hanno più pertinenza storica e aderenza con la realtà

Sebbene "nobili negli intenti", la posizione "più lavoro per tutti" se non declinata attraverso reali soluzioni rimane un gingle d'altri tempi.


E' ormai palese che lo scenario politico italiano e internazionale sta andando oltre alle grandi ideologie del novecento (socialismo e capitalismo) che hanno ormai dato il meglio e il peggio di se, e la cui opposizione ha già svolto il suo ruolo storico.
E in Italia aimè questa antistorica battagliucola invece continua, tra i due soliti B&B.

Di fronte a questi due aimè, Monti si appare un progressista o quantomeno una posizione nuova giusta o sbagliata, discutibile che sia.

E in questo senso si Fassina e Vendola sono due conservatori, due alievi che per avere le ammirazioni del maestro ripetono la lezione, senza rielaborazione.Aimè non so quanto possano questi essere dei buoni alievi

Il panorama politico internazionale e nazionale sta cambiando ed il fatto che forze nuove entrino in campo  (Monti, Grillo, Ingroia in Italia) sta a segnare proprio questo cambiamento.
E chiunque vada al governo oggi in Italia deve essere capace di cogliere questo cambiamento, di superare l'opposizione '900esca ormai esaurita e cercare una nuova e fruttuosa sintesi una nuova forma tra posizioni antitetiche che possa veramente rappresentare un rinnovamento.
Ma per farlo deve liberarsi dalle strutture mentali tipiche delle posizioni antitetiche, capire obiettivamente quali sono i punti di forza e di debolezza di ognuna, coniugare i primi ed eliminare i secondi.Con occhio obiettivo sui problemi, depurato da romantiche ideologie e con l'umile predisposizione al dialogo.

E sopratutto non deve puntare su quello che veniva chiamato comunemente come "conflitto di classe" o "conflitto sociale". Già visto, già fatto e abbiamo visto come va a finire.

Dobbiamo essere capaci di crescere, o altrimenti andremo in necrosi come accade al fiore che non sboccia.