lunedì 3 novembre 2014

Fiom, Landini, Terni una posizione forse eretica ma necessaria

Tema centrale del dibattito politico odierno è la contrapposizione tra governo e sindacati.
In testa il sindacato facente capo a Landini, FIOM che oggi è sicuramente in prima linea all'opposizione rispetto alle misure di Renzi.

Premetto, Renzi non è certo il presidente del consiglio che vorrei, per come si sta comportando
Premetto, Ritengo Landini una persona degna di stima per la passione con cui si batte nel suo ruolo.
Quello di difendere gli interessi dei lavoratori.

Ma il problema è strutturale, di sistema industriale.
Prendiamo proprio l'esempio di Terni.
Il caso delle acciaierie AST è emblematico.
La fabbrica vuole chiudere e giustamente gli operai sono in rivolta.
Ma occorre interrogarsi analiticamente su questo fenomeno, analizzando le caratteristiche ODIERNE del mercato dell'acciaio.

Si può ben pensare che il mercato dell'acciaio nel periodo del boom abitativo ed industriale degli anni 70, abbia determinato grossi incrementi di produzione in quanto la domanda era alta. 
Nel cemento armato ci sono componenti in acciaio e quindi la richiesta di questo materiale (sopratutto per il mercato italiano) è stata molto alta.

Ma oggi, alla luce dello stop del settore edilizio, oggi alla luce della richiesta di consumo di suolo zero, ha ancora senso pretendere e aspettarsi che le fabbriche di acciaio abbiano gli stessi tenori di una volta?

E' logico aspettarsi che senza nessun intervento strutturale, le fabbriche continuino ad avere stessi regimi stessi investimenti (negli stessi settori) e quindi stessa forza lavoro?

A mio avviso, la sola richiesta di mantenere lo status quo a fronte della chiusura non basta.
Occorrono interventi strutturali, occorre cambiare marcia.
Occorre ripensare il ruolo delle industrie, RICONVERTIRLE verso mercati attuali proprio per non perdere posti di lavoro.
Avrebbe senso investire ad esempio ancora nell'acciaio, quando fisiologicamente la sua domanda è in calo?

Ormai da 20 manca una politica industriale che sia di innovazione, che basi la creazione di lavoro su lavori verdi, riconversione e sostenibilità
Questa potrebbe la chiave di (s)volta.

La sola protesta per chiusura degli stabilimenti non basta, seppur giustificabile seppur comprensibile
Il solo grido di Landini, e l'opposizione "DIFESA DEL LAVORO OPERAIO" non basta

Occorre una proposta.
Nuova
Possibilmente ecologica, dato che questo campo in Italia, è ancora tutto da arare e di lavoro ce n'è