venerdì 8 febbraio 2013

E se fosse il sistema di governance a dover essere cambiato?

Alla luce delle elezioni il panorama politico appare sempre più frastagliato.

Non esiste più un bipolarismo e al bipolarismo la società civile si ribella.
Ed ecco che vengono nuovamente ad ingenerarsi una miriade di piccoli partitini partitelle e forze più o meno organizzate.
Queste sono sintomo della pluralità di visioni e culture presenti nella società moderna, e di certo sono anche dovute ad un maggior grado di istruzione generale successivo ai periodi dell'istruzione diffusa (aimè non quelli che ad oggi vanno a delinearsi dati i bistrattamenti che l'istruzione pubblica a subito).

Simili situazioni erano cosi configurate anche agli inizi degli anni 90, e proprio queste situazioni  portarono in molti all'ingovernabilità del paese nel tentativo di accordare diversi gruppi politici.

Dobbiamo quindi rassegnarci a pensare che nonostante le elezioni il paese ripiombi in tali situazioni?

Rispetto agli anni 90  a mio avviso esistono elementi differenti .
La storia ripropone spesso le stesse situazioni, ma con dettagli differenti come a sottoporre a prove non superate l'uomo singolo come l'umanità intera.

Nulla accade mai per caso.
E se fosse il sistema di governance a dover essere modificato?

Se non bastasse più la rappresentanza partitica, nella quale le deleghe di poteri date e prese dal candidato di uno schieramento non fossero piu cosi legittimabili, a fronte di una diversita e varietà di competenze e istanze che ne una sola persona ne una sola visione partitica fossero capaci di cogliere nella complessità dei problemi da affrontare?

Proprio a fronte di questo la partecipazione e la democrazia diretta giocheranno un ruolo sempre piu chiave nel dirigere l'amministrazione della cosa pubblica.

Dal dialogo con la società civile con le sue istanze ma anche con le sue competenze saranno sempre più auspicabili e ottenibili soluzioni collettive a problemi collettivi, nate non dal conflitto tra le parti in causa, non dal bipolarismo bensi dalla cooperazione e dalla sintesi delle parti e al limite estremo da tutti singoli cittadini.

Il rischio di rimanere ancorati a blocchi monolitici di idee e ad una visione partitica del modo di fare politica porterà sempre a due effetti negativi che proprio ad oggi sono i grandi elementi negativi nel panorama politico italiano.
- Le soluzioni parziali ai problemi, date da un'ostinata visione faziosa e di parte
-  I personalismi e la leadership, ossia la tendenza a far passare un'idea funzionalmente alla capacità comunicativa di chi la propone. Piu uno è un bravo leader e comunicatore più sarà in grado di affabulare le proprie masse.

Questo risulta vincente proprio quando i blocchi sono essenzialmente definitivi, quando c'è un partito che porta avanti una visione: questo rischio può essere invece evitato se democraticamente la soluzione ai problemi de la cosa pubblica derivano da un approccio partecipato sempre piu orientato ad una democrazia diretta.