Oggigiorno si sente
sempre piu parlare di partecipazione nella politica.
Questa parola ha
spesso un uso inflazionato che ultimamente porta a vedere questa
quasi come una moda.
Oggigiorno la
politica nel suo senso più pieno manca, ma forse questo vuoto ha
delle ragioni e corrisponde ad una richiesta di trasformazione come
spesso accade nei momenti di crisi.
Se negli anni che
sono passati abbiamo assistito spesso all'affermarsi di guide, leader
o intellettuali capaci con le loro idee di movimentare masse, questo
oggi giorno appare come obsoleto e forse un po' nostalgico.
Si può sicuramente
pensare che manchino grandi idee o grandi movimenti capaci di
orientare la vita politica, ma forse il non vederli sta in alcune
resistenze al cambiamento.
E' plausibile che a
partire dagli anni '70 il ruolo di leader carismatici sia stato
fondamentale per la crescita della società, ma alla base di questo
ruolo c'era un elemento fondamentale.
L'asimmetria
informativa.
Anche i leader più
popolari, anzi , per lo più questi avevano accesso all'istruzione e
alla formazione piu di quanto ne avesse la loro “base”
elettorale.
A partire da questa
posizione il ruolo del “capo carismatico” o del leader è
degenerata assumendo caratteri narcisistici come è accaduto in
Italia negli ultimi 30 anni.
Il leader
“intellettuale” o “ideologico” si è svuotato di contenuti
per diventare essenzialmente un “capobanda” nei partiti personalistici.
Ma, ritornando al
discorso dell'asimmetria informativa, oggi forse non è piu'
possibile parlare di “leader” intellettuali, ideologici o
carismatici essenzialmente perché forse queste figure avrebbero poco
senso in una società dove l'informazione è diffusa e l'accesso ad
essa molto più possibile che in passato.
Forse la figura del politico attuale è quella di realizzarsi a collettore di idee o istanze al fine di realizzare il bene comune della collettività.
Quindi sebbene possa
essere un piacere egotico ergersi a paladino dell'”intellighenzia”
oggi questo ruolo probabilmente non ha piu senso di esistere in senso
classico, ma deve trasformarsi in una figura orientata a capire i
bisogni delle comunità, le sue idee e trasformarle in un contributo
fruttuoso per tutti.
Questo processo,
oltre ad essere innovativo può diventare - se fatto con dovizia - una
grande risorsa dato che come recita un antico adagio “l'unione fà la forza”... e il contributo di una collettività se ben
orchestrato può essere capace di raggiungere soluzioni che un
singolo non è capace di realizzare o ideare.
“Collaborazione” sarà la parola d'ordine dei nuovi tempi
E chi crede di
innovare facendo dei solismi una spinta verso il futuro, forse non
ha ancora colto le possibili trasformazioni in
avvenire che costituisco, se ben orchestrate, una ricchezza e non un
ostacolo.
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