martedì 22 aprile 2014

Il valore della partecipazione nella vita democratica odierna




Oggigiorno si sente sempre piu parlare di partecipazione nella politica.
Questa parola ha spesso un uso inflazionato che ultimamente porta a vedere questa quasi come una moda.
Oggigiorno la politica nel suo senso più pieno manca, ma forse questo vuoto ha delle ragioni e corrisponde ad una richiesta di trasformazione come spesso accade nei momenti di crisi.
Se negli anni che sono passati abbiamo assistito spesso all'affermarsi di guide, leader o intellettuali capaci con le loro idee di movimentare masse, questo oggi giorno appare come obsoleto e forse un po' nostalgico.
Si può sicuramente pensare che manchino grandi idee o grandi movimenti capaci di orientare la vita politica, ma forse il non vederli sta in alcune resistenze al cambiamento.
E' plausibile che a partire dagli anni '70 il ruolo di leader carismatici sia stato fondamentale per la crescita della società, ma alla base di questo ruolo c'era un elemento fondamentale.
L'asimmetria informativa.
Anche i leader più popolari, anzi , per lo più questi avevano accesso all'istruzione e alla formazione piu di quanto ne avesse la loro “base” elettorale.
A partire da questa posizione il ruolo del “capo carismatico” o del leader è degenerata assumendo caratteri narcisistici come è accaduto in Italia negli ultimi 30 anni.
Il leader “intellettuale” o “ideologico” si è svuotato di contenuti per diventare essenzialmente un “capobanda” nei partiti personalistici.
Ma, ritornando al discorso dell'asimmetria informativa, oggi forse non è piu' possibile parlare di “leader” intellettuali, ideologici o carismatici essenzialmente perché forse queste figure avrebbero poco senso in una società dove l'informazione è diffusa e l'accesso ad essa molto più possibile che in passato.

Forse la figura del politico attuale è quella di realizzarsi a collettore di idee o istanze al fine di realizzare il bene comune della collettività.
Quindi sebbene possa essere un piacere egotico ergersi a paladino dell'”intellighenzia” oggi questo ruolo probabilmente non ha piu senso di esistere in senso classico, ma deve trasformarsi in una figura orientata a capire i bisogni delle comunità, le sue idee e trasformarle in un contributo fruttuoso per tutti.
Questo processo, oltre ad essere innovativo può diventare - se fatto con dovizia - una grande risorsa dato che come recita un antico adagio “l'unione fà la forza”... e il contributo di una collettività se ben orchestrato può essere capace di raggiungere soluzioni che un singolo non è capace di realizzare o ideare.

“Collaborazione” sarà la parola d'ordine dei nuovi tempi

E chi crede di innovare facendo dei solismi una spinta verso il futuro, forse non ha ancora colto le possibili trasformazioni in avvenire che costituisco, se ben orchestrate, una ricchezza e non un ostacolo.

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